Infernòt deriva dal termine provenzale enfernet che veniva utilizzato per indicare prigioni anguste, nel XIX secolo invece la parola fa riferimento ad un locale di piccole dimensioni sottostante le cantine nel territorio piemontese. Storicamente gli infernot sono di arenaria, pietre simili al tufo e sabbia battuta e venivano costruiti dai contadini durante i freddi inverni senza avere particolari nozioni di architettura o ingegneria. Solitamente la struttura è sita all’interno di abitazioni private, sono profonde diversi metri e, quelle più lussuose avevano una cella ghiacciaia per la conservazione della carne. Ci sono alcuni infernot che risalgono al ‘700 che venivano costruiti nel centro del paese in prossimità di chiese o strutture clericali con l’obiettivo di via di fuga e secondariamente per conservare carne e vino.

L’infernot di piazza Colombo risale al 1746 ed è sito a ridosso della chiesa del centro del paese. È una monocamera con piano d’appoggio e nicchie singole portabottiglie disposte su tutto il perimetro dello stesso. Un lungo stretto cunicolo collega la monocamera ad altri ambienti sotterranei tra cui un’antica ghiacciaia. La cella del ghiaccio è riconoscibile perché è circolare e si notano i ganci per appendere il cibo e una zona sottostante dove mettere i blocchi di ghiaccio. Le singole nicchie e le salette venivano utilizzate per mantenere il vino al fresco, la temperatura è sempre a 12-14 gradi. Questo Infernot è considerato uno dei più antichi di Fubine Monferrato come da testimonianza di un’incisione sulla parete. Oggi gli infernot del Monferrato sono divenuti patrimonio UNESCO e sono un tesoro inestimabile per la valorizzazione del territorio del Monferrato.